Cappella Migliano
La Cappella Migliano, secondo alcune testimonianze di anziani, nel 1930 si presentava come una costruzione già abbastanza diroccata. Era lunga all'incirca 10 metri e larga 6; non aveva il tetto perché crollato; aveva una sola porta ed una finestra, con entrambi gli infissi asportati; era costruita con grandi pietre e tantissime erano pietre del vicino fiume Calaggio.
Era costruita su una piccola altura, a brevissima distanza dal fiume che le scorreva davanti; nelle vicinanze, in posizione posteriore e leggermente più in alto, aveva alla sua sinistra una grossa murgia ( grande spuntone di roccia grigia affiorante dal terreno), tutt'ora presente, mentre alla sua destra c'era, e c'è ancora, una sorgente (fontana Cappella, chiamata anche fontana Pisciolo) da cui sgorga acqua fresca anche d'estate.
Purtroppo del paesaggio d'un tempo manca proprio la Cappella, di cui restano alcune pietre sparse qua e là sul terreno, oppure incastonate in qualche datata costruzione dei dintorni.
L'area della Cappella Migliano, fu interessata dal percorso, e quindi dai conseguenti lavori di costruzione, dell'autostrada NA-BA, tra i caselli di Vallata e di Lacedonia.
Grotte di Migliano
Si tratta di un sito archeologico di epoca Sannitica affiorato nel 2002 durante i lavori di scavo per costruire una casa di fronte al Municipio di Scampitella,rinvenimento seguito con interesse dalla Soprintendenza Archeologica di Avellino.
Le Grotte di Migliano sono poste nelle vicinanze del fiume Calaggio,sui pendii di un piccolo colle.
Attualmente il complesso di grotte più grande è costituito da sette “fosse” e costituiscono ambienti dall’aspetto ; sono conosciute, impropriamente, col nome di grotte dei “Briganti”; probabilmente la loro costruzione, per essere utilizzate come fosse granarie, risale all’epoca di Costantino il Grande; in seguito sono state usate per modalità differenti.
Nella stessa località, a breve distanza, c’è il sito di altre grotte, un po’ più piccole.
Alcune sono scavate nella roccia arenaria, altre nel calcare; sono poste in terreni privati e nelle vicinanze, durante l’aratura meccanica dei terreni, sono affiorati cocci anche di ceramica preistorica.
I resti della villa rustica romana, affioranti in piccola parte, fanno parte di una struttura architettonica costruita forse tra il I ed il II secolo d.C.,sfruttando le pendici collinari ed una precedente costruzione, forse sannitica, visto il rinvenimento sul terreno arato di reperti di tale epoca.
L’impianto di questa costruzione pare essere del tipo a terrazzamenti ed è collocato in posizione panoramica e salubre,su un declivio degradante da un lato verso la valle del torrente Cicala,dall’altro verso la vallata del fiume Calaggio, a brevissima distanza dal complesso delle sette grotte dei Briganti.
Resti Archeologici
Numerosi sono i resti archeologici di epoca romana di età imperiale recuperati nelle vicinanze del paese, anche se nell'area non è stata ancora effettuata una ricerca sistematica.
Considerevoli tracce della civiltà pre-romana sono rinvenute presso il locale gessificio e nella contrada "Guardiola".
Sono state ritrovate anche numerose tombe databili tra l'VIII e il IV sec. a.C., il cui corredo funerario, composto da crateri, olle prive di anse e "oinokoe", è conservato presso famiglie locali, mentre un'olla stamnoide decorata a righe brune disposte orizzontalmente con motivo a ovoli sulla spalla rinvenuta da una tomba è esposta al Museo Archeologico di Ariano Irpino.
I resti archeologici sono siti nelle vicinanze del paese, in contrada "Guardia" e presso il locale gessificio.
L'area archeologica non è attrezzata per accogliere i turisti, ma è ugualmente visitabile.